TALLÌT

TALLÌT

Il tallìt (טלית), definito anche tallèd nelle comunità italiane e sefardite, è uno scialle di preghiera, un indumento rituale ebraico di antichissima origine.

Nella sua forma più comune (tallìt gadòl, “grande tallìt”) consiste in un telo rettangolare, solitamente di lana, seta, lino o cotone ma anche in fibra sintetica, di varia grandezza, più o meno decorato e dotato obbligatoriamente di frange ai quattro angoli e solitamente anche sui due lati più corti. Lo scialle di preghiera è una via di mezzo tra un abito ed un oggetto rituale. Il suo aspetto è mutato nel corso dei secoli: presumibilmente bianco nei tempi antichi, ha assunto col tempo un aspetto, più o meno standard, di telo bianco con bande laterali in numero e larghezza variabile, di colore nero o azzurro. In tempi recenti sono stati usati altri colori e occasionalmente decorazioni più o meno informali; questa pratica non è però in uso presso le comunità ortodosse e conservative che mantengono il disegno classico. Il fondo è talvolta operato con un disegno rappresentante le tavole della legge.

Le frange poste agli angoli dello scialle si chiamano tzitzìt (ebr. ציצית): questa parola a volte è usata come sinonimo di tallìt. Le frange servono per adempiere il comandamento espresso dalla Torà: “metterai delle frange alle quattro estremità del mantello con cui ti copri” (Deut. 22,12). Sono formate da quattro fili doppi, in modo da risultarne otto, uno dei quali più lungo, che si avvolge intorno agli altri; sono legate in un determinato numero di nodi, corrispondente al valore numerico delle lettere che compongono il nome di Dio o (in base ad altri usi) al valore numerico dell’espressione “Adonày Echad” (“il Signore è Uno”). Il significato rituale dello scialle si può derivare direttamente dal testo di Num. 15,37-39:

“E Dio disse a Mosè: dì ai figli di Israele di farsi per tutte le generazioni delle frange agli angoli dei loro vestiti e nelle frange vi sia un filo di tessuto azzurro; questo sarà per voi lo tzitzìt e, quando lo vedrete, ricorderete tutte le leggi divine e le osserverete, e non andrete dietro al vostro cuore ed ai vostri occhi…”.  Tutti gli uomini ebrei, dal loro tredicesimo anno di età, sono tenuti a indossare il tallìt, che in genere viene donato dalla famiglia, insieme ai tefillìn, al giovane che sia divenuto bar mitzwà (“figlio del precetto”, la cerimonia che sancisce l’ingresso degli uomini ebrei nella comunità). Il tallìt è indossato dagli uomini per le preghiere mattutine, per varie cerimonie religiose e una sola volta l’anno durante la preghiera della sera (in occasione di Kippùr).

Scopri il tallìt donato al Museo Ebraico di Lecce:

Tallìt (scialle di preghiera)

Kefar Saba (Israele), datato TRP”Z= [5]687 = 1926/27.

Appartenuto a Aharon (Alec) Sapir, nato a Varsavia nel 1913.

All’età di 13 anni, per il suo bar mitzvà, ricevette in dono, secondo la consuetudine, l’astuccio con il suo nome ebraico Aharon Menahem Sapir (datato) contenente i tefillìn e il tallìt.

La figlia Edna Itzhaki dedica il dono alla memoria di suo padre e della sua famiglia scomparsa nella Shoà.

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