LA PUGLIA CROCEVIA DEL MEDITERRANEO

Inaugurazione: 26 gennaio 2025

Ore: 6:00 pm

Luogo: Museo Ebraico di Lecce

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“La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture”
A cura di Fabrizio Lelli e Fabrizio Ghio
Inaugurazione: Domenica 26 Gennaio 2025, ore 18:00 – Museo Ebraico di Lecce

In occasione della Giornata della Memoria 2025, il Museo Ebraico di Lecce inaugura la mostra “La Puglia crocevia del Mediterraneo – Mobilità di uomini, merci e culture” a cura di Fabrizio Lelli, Direttore del Museo Ebraico di Lecce e docente di lingua e letteratura ebraica presso l’Università La Sapienza (Roma) e Fabrizio Ghio, architetto e archeologo, membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce. Fin dall’antichità la posizione geografica ha fatto della Puglia un ponte tra l’Europa e il Mediterraneo. Terra di scambi e di incontri, la regione adriatica ha ospitato nel corso dei secoli popolazioni diverse che nel tempo si sono integrate ad altri nuclei locali, dando vita a testimonianze culturali ancor oggi visibili. L’intreccio di storie che hanno determinato la società contemporanea pugliese costituisce la trama della narrazione.

In parallelo sarà allestita la personale di arte contemporanea “Errare, persistere, sopravvivere”, curata da Fiammetta Martegani, dell’artista ebrea americana Lenore Mizrachi. Le due mostre saranno poste una a fianco dell’altra per trasmettere questa straordinaria narrazione storica ad un pubblico internazionale e intergenerazionale e attualizzarla nel contesto contemporaneo, contribuendo a rendere la Puglia una destinazione culturale di rilievo.

A seguire, accompagnamento musicale a cura di Eleonora Carbone (arpa) e degustazione offerta da Cantine Leuci.

 

La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto 2025 tramite ticket di ingresso al Museo con visita guidata.

 

COMUNICATO STAMPA

LA PUGLIA CROCEVIA DEL MEDITERRANEO – Mobilità di uomini, merci e culture

A 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz che svelò al mondo l’orrore del genocidio nazista, il Museo Ebraico di Lecce celebra, anche quest’anno, il Giorno della Memoria.

Ospitato nei locali dell’edificio noto come Palazzo Personè, pienamente inserito nel contesto barocco del quartiere di fronte alla basilica di Santa Croce, il museo è nato dallo sforzo congiunto di privati, che hanno voluto rimettere in luce le tracce superstiti della Lecce medievale a beneficio dei visitatori, locali e stranieri. In questa prospettiva la struttura, aperta nel maggio 2016 sul sito della sinagoga del quartiere ebraico medievale, vuol essere contenitore di tutti quegli aspetti della città obliterati all’epoca del pesante rinnovamento urbanistico che ha avuto inizio, a Lecce e nel Salento, contestualmente all’espulsione definitiva degli ebrei dal regno di Napoli (1541).

 

In una terra, la Puglia, che, per la sua peculiare posizione geografica è stata sempre al centro di spostamenti di uomini e idee, di traffici di merci e di confronto fra culture, fin dai tempi antichi le popolazioni locali si sono dovute confrontare, talvolta pacificamente, altre volte in maniera violenta, con genti provenienti da “altrove”. Greci, romani, bizantini, goti, longobardi, saraceni, normanni, svevi, angioini, aragonesi, spagnoli, ebrei, ottomani, slavi, albanesi, francesi, veneziani si sono alternati, per periodi più o meno lunghi, in questo territorio fino all’Unità d’Italia, al seguito della quale la regione non ha comunque smesso di essere terra di emigrazione e di immigrazione.

Ai viaggiatori moderni, desiderosi di riscoprire il loro passato e confrontare le proprie con altre storie, a quanti intendano ritrovare memorie perdute di generazioni passate è dedicata la mostra, che, come gli itinerari medievali, vuole rappresentare un viatico per abituare il fruitore a cogliere tracce materiali, aspetti di vita quotidiana, tradizioni che, attualmente, non sono così appariscenti e non consentono di prim’acchito di ricollegarsi al passato. Certamente oggi la Puglia è sempre meno terra di passaggio per spingersi altrove, trampolino d’Europa per avventurarsi in lunghi tragitti oltremare; gli attuali “pellegrini” sono “turisti” che perlopiù vogliono visitarne il vasto territorio e conoscerne le molteplici attrattive.

Forse la perdita della complessa composizione etnica e delle variegate componenti religiose che avevano caratterizzato la Puglia medievale è uno dei tratti più significativi del passaggio di questa regione all’età moderna. Per ragioni storiche e politiche, proprio quest’area, che rappresentava nel Medioevo uno dei centri, oltre che geografici, anche intellettuali del Mediterraneo, a partire dall’età moderna divenne una periferia dell’”Occidente”, una “finis Terrae” del mondo cristiano, oltre il quale si rischiava di incappare nel nemico infedele, non solo il turco (vero o immaginario) ma anche l’ebreo, il diverso dalla schiacciante maggioranza. Il territorio, tuttavia, conserva – nell’urbanistica, nell’architettura, civile e religiosa, nell’arte, nelle tradizioni, nella cucina, nei dialetti e negli aspetti della vita quotidiana che costituiscono le diverse identità culturali regionali – tracce di questi passaggi e dei relativi apporti nel corso dei secoli.

La mostra, curata da Fabrizio Lelli – professore associato presso l’Università di Roma la Sapienza, direttore del Museo Ebraico di Lecce – e da Fabrizio Ghio – libero professionista architetto, archeologo, membro del comitato scientifico del Museo Ebraico di Lecce – vuole aiutare il fruitore, moderno pellegrino, a compiere un viaggio nella regione non solo spaziale ma, anche e soprattutto, temporale.

 

PHOTOGALLERY INAUGURAZIONE

 

 

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